Una cartolina più che una letterina
Libri difficili, revisore brave brave in modo assurdo e un FEAT. molto speciale
Ciao,
oggi non è il primo lunedì del mese, e infatti questa non è una letterina ma una cartolina. Dentro ci sono:
· pensierini sparsi
· un po’ di parole, espressioni (e omaggi) che non avrei mai nemmeno sognato di usare in una traduzione e invece
· l’episodio 0 di Tradurama FEAT.
Ma andiamo con ordine.
Non mi capacito
Ho un amico al quale scrivo spesso – spesso significa quasi tutti i giorni – cose del tipo: Senti, ma voi in Italia lo dite arancina coi piedi[1]? No, vero? Ecco come va, di norma: sono lì, tranquilla, che traduco, a un certo punto mi imbatto in un’espressione idiomatica o molto vivida, e d’istinto mi viene un traducente nella mia lingua madre[2] che, però, nel novantanovevirgolanove dei casi non posso usare, non tanto perché non è italiano[3] ma perché, fuori dal perimetro della mia città, nessuno capirebbe. Il bro mi risponde che no, in Italia non lo dicono (non lo dite) arancina coi piedi, allora io sto lì, giorni, a volte anche settimane, a dare testate al muro, chiedendomi: come posso tradurre arancina coi piedi in italiano? Di solito, poi, una soluzione di compromesso[4] la trovo. Però scrivo a quel mio amico: Comunque è assurdo, eh. Cioè, com’è possibile che mi facciano ancora tradurre quando è palese che oltre a non sapere l’inglese non so manco l’italiano? Non mi capacito, lo giuro.
[1] arancina coi piedi avrei veramente voluto scriverlo in una traduzione, e l’ho scritto, in effetti, aggiungendo un commento per la redazione che diceva grossomodo: Ok, lo so che in italiano non si dice e che non lo capirebbe nessuno, però, dai, ci sarebbe stato da dio qui. Quindi, vabbè, mettiamo pagnotta? Spoiler: abbiamo messo pagnotta.
[2] considero l’italiano la mia L2 e il palermitano la mia lingua madre.
[3] parliamoci chiaro, l’italiano non esiste, è un artificio, una lingua creata a tavolino, che non parla nessuno, come l’esperanto o il klingon.
[4] tradurre è, tra le varie cose, accettare di dover spesso scendere a compromessi.
Non so l’inglese
Ho 99 problemi ma la sindrome dell’impostore non è tra quelli, perciò quando dico che non so l’inglese dico il vero. Certo, sono laureata in inglese; certo, se leggo un libro in inglese o se guardo una serie in inglese, capisco quasi tutto; ma io l’inglese non lo so – o almeno non lo so bene come le mie altre L2, l’italiano e il francese. Non a caso, io nasco francesista. E infatti, nella mia vita precedente, traducevo soprattutto romanzi pesi dal francese. In questa vita, invece, traduco soprattutto libri difficili[5] dall’inglese.
[5] la categoria dei libri difficili è vasta e contiene un po’ di tutto perché, parafrasando il Sommo, tutti i libri facili si somigliano; ogni libro difficile è difficile a modo suo. Qualche riflessione sull’argomento, se vi va, potete leggerla qui.
Affamata
Dovete sapere che diversi anni fa, a un certo punto, mi sono stufata dell’editoria italiana e ho appeso i dizionari al chiodo. Poi, non so bene perché, verso la fine del 2019, mi è tornata la voglia di tradurre e durante il primo lockdown (che tempismo, eh?) ho deciso di provare a rientrare nel giro, cosa che non è stata semplicissima. E insomma, dopo un paio d’anni di alti e bassi, succede che leggo un libro che mi piace molto, scopro che in Italia lo pubblicherà NN e scrivo una email, dicendo grossomodo: Quel libro lì è bellissimo. Mi piacerebbe un sacco tradurlo. Se non lo avete ancora assegnato, io avrei tradotto le prime pagine, ve le mando, e se non vi fanno schifo, magari potreste darlo a me. Adesso non ricordo esattamente se avevano già assegnato la traduzione o se non avevano ancora programmato la data di uscita perché non avevano ancora il DEF[6] o boh. Sta di fatto che mi hanno risposto: Senti, ma ti andrebbe ti tradurre quest’altro libro, invece? Quell’altro libro era Milk Fed (che poi sarebbe diventato Affamata) di Melissa Broder. La me di qualche tempo prima avrebbe detto: Ma siete pazzi? È difficilissimo. Dovete darlo a qualcuno che sa l’inglese. Invece ho accettato. E mi è cambiata la vita.
[6] spesso gli agenti mandano alle CE versioni provvisorie dei romanzi. Lavorare su quei file è pura follia, e infatti le CE serie aspettano i DEF o quantomeno i cosiddetti translatable, cioè i file ai quali è stato fatto l’editing, che sono già impaginati e piuttosto vicini alla versione definitiva, ovvero quella che andrà in stampa.
C’è un prima e un dopo Affamata
Affamata ha rappresentato una specie di spartiacque nella mia vita di traduttrice. Mi ha fatto capire tante cose. Per esempio che pure se non so l’inglese come so il francese e l’italiano, lo so quanto basta per consegnare traduzioni decenti. Per esempio che sono più a mio agio con un certo tipo di libri, che saranno anche difficili, ma mi fanno tirare fuori il meglio di me. Per esempio che a volte bisogna lanciarsi, uscire dalla propria comfort zone, anche a rischio di schiantarsi – e magari nemmeno ti schianti, ma spicchi il volo.
Un po’ di parole, espressioni e omaggi che non avrei mai nemmeno sognato di usare in una traduzione e invece
Nella NdT di Affamata (che potete leggere qui), scrivevo che per tradurre questo libro «ho dovuto accantonare l’italianetto di plastica nel quale tante volte, un po’ per pigrizia e un po’ per mancanza di coraggio, ci rifugiamo, e mettermi a frugare dentro a un baule dove, nel corso degli anni, avevo gettato alla rinfusa parole ed espressioni che, come per magia, ho ritrovato, parole ed espressione così vivide e goderecce che, in certi momenti, avevo quasi paura a usarle». Ed eccole, alcune di quelle parole e di quelle espressioni (e di quegli omaggi):
· Ascolta un cretino
· Buzzicona
· Mappazzone
· Magre magre in modo assurdo
· Scagazzare
· Sciura
· Smarginare
· Sticazzismo
· Titillare
· Il culo che non faceva provincia ma pianeta
Ancora oggi, se ci ripenso, mi dico: Incredibile che non me le abbiano cassate tutte. Poi però mi ricordo che la revisione è stata fatta da una brava brava in modo assurdo, quindi non è poi così incredibile.
Tradurama FEAT. special edition
Quella revisora brava brava in modo assurdo, ovvero Marianna Gennari, sarà l’ospite di un Tradurama FEAT. special edition, un episodio 0, se vogliamo. Naturalmente parleremo di Affamata di Melissa Broder (e potrebbe scapparci anche qualche spoilerino su Death Valley, che esce tra qualche mese, chissà).
L’appuntamento è il 27/01 alle 19h su Zoom. L’incontro sarà eccezionalmente gratuito ma i posti solo limitati.
Per info e iscrizioni: feat@tradurama.it
A presto con la prossima letterina!
Se hai letto questa letterina per caso e vuoi ricevere le prossime ogni primo lunedì del mese, be my guest :)
Quanto mi piace leggerti ❤️ tu hai svecchiato tutto ciò che è discorso sulle traduzioni, per me dovresti fare una serie sul mestiere di tradurre.
Comunque mamma da piccola mi chiamava sempre arancina coi piedi ahahahahahahahah