Un giorno tutto questo rap ti sarà utile – Letterina #05
Problemi di flow più che di traduzione + Tradurama FEAT.
Ciao,
è arrivato maggio e con lui la quinta letterina di Tradurama. Dentro ci sono:
· un problema di flow più che traduzione
· un nuovo Tradurama FEAT.
Ma andiamo con ordine.
Un giorno tutto questo rap ti sarà utile
Dovete sapere che ho un cassetto immaginario pieno di saggi che non scriverò mai. Uno di quei saggi, che mi ossessiona ormai da una più di decina d’anni, ha anche un titolo: Il rap spiegato agli hipster (un omaggio all’unico libro di David Foster Wallace che, dopo la sbronza giovanile, rileggerei ancora e ancora: Il rap spiegato ai bianchi). Perché, non ho problemi ad ammetterlo, io non so una mazza; solo di un argomento ne so a pacchi, e quell’argomento è il rap, soprattutto il rap italiano. Vabbè, direte voi, ma cosa c’entra il tuo amore per il rap con la traduzione? C’entra, c’entra, perché se non fossi cresciuta a pane e rap probabilmente certi libri non sarei mai riuscita a portarmeli a casa in maniera decorosa.
Come lo tradurrebbe Guè?
In un’altra vita, traducevo soprattutto romanzi pesi dal francese e di fronte a un gioco di parole andavo nel panico. In questa vita, invece, traduco spesso romanzi un po’ WTF dall’inglese e se non c’è un gioco di parole ogni due-tre pagine comincio ad annoiarmi. Non so di preciso come e quando è successo; credo sia stato un processo in parte inconscio, di cui ho preso consapevolezza solo nel momento in cui, di fronte a un doppio senso un po’ greve, mi sono chiesta: Come lo tradurrebbe Guè? Lì è scattata una molla, ho fatto uno switch. E ho cominciato a divertirmi davvero.
Non solo giochi di parole e doppi sensi
Tutti i traduttori hanno un bagaglio di vocaboli, espressioni, riferimenti culturali dal quale – più o meno consapevolmente – pescano di continuo. Nel mio, tra le altre cose, ci sono una marea di punchline e di parole che non compaiono sulla Bibbia. E se traduci Melissa Broder oppure Honor Levy ma anche Margaret Atwood (come scrivevo nella letterina di aprile) ti tornano utili. E ti salvano il [emoji della pesca]. I giochi di parole e i doppi sensi, però, sono solo la punta dell’iceberg. Con il tempo e con l’esperienza, ognuno di noi mette a punto le proprie strategie per gestirli e risolverli – e sfangarla. Le cose si complicano quando dobbiamo riprodurre una voce, un ritmo, un flow. Perché per riprodurlo dobbiamo prima riconoscerlo, sentirlo – e chi non ha ascoltato tanta ma tanta musica (non solo rap) nella vita, non lo riconoscerà e non lo sentirà mai.
Senti come suona
In quel cassetto immaginario di cui parlavo prima, non ci sono solo saggi che non scriverò mai ma anche corsi che non organizzerò mai. Uno dei miei sogni più wild, per esempio, è tenere un seminario di traduzione basato esclusivamente – o quasi – sull'ascolto del rap e sullo studio di flow, metriche, delivery e chi più ne ha più ne metta. Tipo: Ragazzi, oggi, analizziamo Brivido. La sentite la differenza tra il flow pulitissimo e precisissimo di Marra e quello storto e sbilenco di Guè? Oppure: Oggi studiamo N****s in Paris. La sentite la differenza tra le metriche levigatissime di Jay e quelle sporchissime di Ye? [Spoiler: massimo rispetto per Marra e Jay, ci mancherebbe, due king, ma naturalmente io preferisco gli storti, sbilenchi e sporchi Guè e Ye.] Tornando ai libri, è esattamente quello che succede (o che dovrebbe succedere) quando leggiamo una pagina, o addirittura un paragrafo, di un certo autore o di una certa autrice. Dovremmo dire all’istante: Vabbè, dai, questa è Melissa Broder, palese. Oppure: Vabbè, dai, questo è Bret Easton Ellis, palese. [NB: Vale per qualsiasi autore/autrice con una voce propria, personale, riconoscibile.] E dovremmo dirlo sia che li leggiamo in originale sia che li leggiamo in traduzione.
Un problema di flow più che di traduzione
La prima volta che ho letto Death Valley non sapevo ancora che (se?) lo avrei tradotto, ma di fronte a quell’incipit, d’istinto, mi sono messa le mani in testa e ho pensato: No vabbè, non succede, ma se succede non ne esco viva.
I pull into the desert town at sunset feeling empty. I felt empty the whole drive from Los Angeles and hoped that my arrival would alleviate the emptiness, so when the emptiness is not alleviated, not even momentarily (all emptiness-alleviators are temporary), I feel emptier.
In apparenza, queste poche righe non hanno niente di complicato. Il lessico è semplice, così come è semplice la sintassi. Ma è infido, perfino infame. Ed è infido e perfino infame perché è tutto costruito su ripetizioni/variazioni/parallelismi/contrasti. Su, dai, praticamente è la strofa rap di un liricista.
Non tenere conto di queste caratteristiche, non cercare di riprodurle in italiano, significherebbe snaturare la scrittura di Melissa Broder, trasformarla in qualcosa di diverso, in un’altra autrice. E poi, cribbio, è l’incipit, e l’incipit è importantissimo – e in questo libro, il primo capitolo contiene tutto il romanzo, perché it’s Melissa, b****!
Quando al tramonto raggiungo la città nel deserto, mi sento svuotata. Mi sono sentita svuotata per tutto il tragitto da Los Angeles e speravo che, arrivando a destinazione, il vuoto si sarebbe alleviato, perciò dato che il vuoto non si allevia, neppure momentaneamente (i rimedi che alleviano il vuoto sono sempre temporanei), mi sento ancora più svuotata.
Ci ho provato. L’ho scritto e riscritto, limato e lucidato, ma qualcosa è andato perso.
I pull into the desert town at sunset feeling empty. // mi sento svuotata
I felt empty the whole drive from Los Angeles // Mi sono sentita svuotata
and hoped that my arrival would alleviate the emptiness, // il vuoto si sarebbe alleviato
so when the emptiness is not alleviated, not even momentarily // il vuoto non si allevia
(all emptiness-alleviators are temporary), // che alleviano il vuoto
I feel emptier. // mi sento ancora più svuotata
Con alleviate e varianti, sono riuscita a sfangarla giocando con le forme verbali. Avevo anche provato a tradurre alleviators con lenitivi, come avrei fatto con qualsiasi altro libro, ma il vuoto non si sarebbe lenito? che leniscono il vuoto? No, per carità. Al tempo stesso, due alleviare (nelle varianti alleviato e si allevia) e un lenitivo, peggio mi sento.
Con feel e varianti e con empty e varianti, invece, ho dovuto accettare (ahimè) una minima dose di perdita. Perché Raggiungo la città nel deserto al tramonto sentendomi vuota, con il gerundio, scusatemi, ma non si può sentire. Quindi feeling è diventato mi sento, come l’I feel finale. E mi dico: Ok, non è il massimo, ma quello che si perde, un po’ si recupera con la chiusura di un cerchio, perché il mi sento finale e quello iniziale in qualche modo “dialogano” tra loro – e, spoilerone!, anche con il finale del romanzo. Empty invece è diventato svuotata ed emptiness è diventato vuoto, e se vogliamo è, in qualche modo, anche uno stratagemma per ripristinare la quantità sillabica: diventando svuotata, empty sbraca un po’, ma trasformando emptiness in vuoto, ristabiliamo una specie di equilibrio. La perdita è tutta in emptier, visto che i comparativi, in italiano, vogliono più e/o meno, niente alternative; d’altro canto, usare un superlativo, per esempio mi sento svuotatissima, avrebbe cambiato (un po’ troppo per i miei gusti) il senso, e quindi ho preferito perdermi per strada una finezza stilistica anziché far dire a Melissa Broder un’altra cosa.
Sarebbe stato possibile tradurre questo incipit diversamente? Certo. Sarebbe stato possibile tradurlo meglio? Suppongo di sì. Ma tutto considerato, penso di non aver fatto proprio uno scempio.
[Il brano è tratto da Death Valley di Melissa Broder, tradotto per NN.]
Tradurama FEAT.
Potrebbe succedere che in concomitanza con l’uscita di un romanzo particolarmente bello e amato, Tradurama FEAT. ospiti una mia traduzione. E succederà a maggio perché we’re back, b******!
NN ha pubblicato da pochissimo Death Valley di Melissa Broder (qui, se vi va, potete leggere la NdT) che non vedo l’ora di raccontarvi, insieme a Marianna Gennari, editor e revisora – per gli amici, la GOAT.
Appuntamento live su Zoom il 28/05 alle 19h. Come sempre, chi non può partecipare alla diretta avrà la possibilità di recuperare l’incontro in streaming.
Per info e iscrizioni (i posti sono limitati, il costo è 5€): feat@tradurama.it
Buone letture e al mese prossimo con una nuova letterina!